Gusto
le forti e decise sensazioni di alcool e frutta candita, perfettamente supportate da una giusta espressione del legno, si integrano in splendida armonia con buone note di miele
Abbinamenti
piccola pasticceria secca, dolci alla frutta e cioccolato.
Ardito accostamento a formaggi di pasta morbida accompagnati
da miele e pere
Finita la vendemmia inizia l’Autunno
e iniziamo a parlare di uno dei gioielli della viticoltura toscana:
Il Vin Santo, un vino che rappresenta una combinazione di abilità artigianale, passione per la terra e amore per la buona tavola.
Il Vin Santo è un vino dolce prodotto da uve passite, cioè con grappoli raccolti generalmente surmaturi, che vengono lasciati per molte settimane sui graticci o appesi, perché si disidratino e concentrino gli zuccheri.
La perdita in acqua arriva al del 50% o più, amplificando dolcezza e concentrazione dei mosti. L’appassimento dura almeno 2 mesi, ma in alcuni casi si arriva anche a 6 mesi abbondanti.
Il Vin Santo viene fatto maturare in piccole botti di legno di capacità variabile, chiamate caratelli. I vari disciplinari regolano anche la capacità delle botti usate per la maturazione, che variano da un massimo di 5 ettolitri per i vini meno pregiati, fino ai 125 litri delle riserve.
A Montepulciano questo affinamento dura minimo 36 mesi.
Le botti vengono messe a riposare sotto i tetti o comunque in zone esposte alle escursioni termiche stagionali, in modo che l’alternanza del caldo e del freddo caratterizzi i vini con delicate e particolari note ossidative.
Per produrre il Vin Santo, in Toscana si usano i vitigni Trebbiano Toscano, Malvasia Bianca e Grechetto.